Se diciamo fruttosio pensiamo alla frutta e di conseguenza a qualcosa che ci fa bene (anche più del semplice glucosio). In realtà l’utilizzo di fruttosio, di sciroppi ricchi in fruttosio (denominati HFCS) e del saccarosio (disaccaride composto da glucosio e fruttosio) ha nell’ultimo periodo generato  preoccupazione tra i nutrizionisti e soprattutto tra i pediatri in quanto il fruttosio viene spesso impiegato per dolcificare bibite, succhi di frutta, merendine, dolci, sciroppi ed è presente in un sempre crescente numero di prodotti alimentari industriali. 
Il problema dell’utilizzo di questo zucchero è emerso quando alcuni ricercatori hanno suggerito che l’assunzione di fruttosio era associata a disordini metabolici come diabete, problemi cardiovascolari e ipertensione; inoltre un incrementato consumo di alimenti e bevande dolci (contenenti soprattutto il HFCS) è temporalmente collegato con l’espansione dell’obesità soprattutto tra i bambini.
In realtà il fruttosio è stato per anni considerato un “dolcificante magico” poiché derivato dalla frutta quindi naturale (in realtà esso viene estratto dal mais) e che poteva essere utilizzato senza effetti collaterali da coloro che ad esempio soffrivano di diabete e non potevano eccedere nell’utilizzo del saccarosio o da le persone “golose” che non volevano privarsi del dolce.

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo di questo zucchero...

L’ascesa del fruttosio è dovuta alle industrie di dolcificanti e alle imprese dolciarie che hanno potuto definire i loro dolci più “salutari” per la presenza di tale zucchero. Il fruttosio ha in effetti alcuni vantaggi tra i quali quello di avere un alto potere dolcificante per cui a parità di “dolcezza” si utilizza circa la metà della quantità di zucchero tradizionale. Inoltre la sua curva glicemica lo renderebbe meno pericoloso (ma non innocuo) per i diabetici.

…e quali gli svantaggi?
 Come per ogni cosa anche la nostra alimentazione segue delle mode ed è per questo che alla notizia che il fruttosio fosse “uno zucchero salutare”, la tendenza comune è stata quella di sostituirlo quasi completamente allo zucchero comune per dolcificare ad esempio dolci e caffè sottovalutando le conseguenze  di una dieta troppo ricca di zucchero (come si può ben immaginare assumere troppo zucchero qualsiasi esso sia non può certo far bene). Quantità eccessive di tale zucchero comporta un lavoro eccessivo del fegato e la produzione di trigliceridi (che non fanno bene alle nostre arterie!), inoltre il suo utilizzo smoderato è stato associato allo sviluppo di alcune neoplasie malattie cardiovascolari .

Per anni il consumo medio di fruttosio è stato di 16-20grammi al giorno e tale consumo proveniva soprattutto dalla frutta fresca. Il cambiamento delle abitudini alimentari dei paesi occidentali ha incrementato il consumo di fruttosio raggiungendo una quantità di 85-100grammi al giorno (proveniente soprattutto da alimenti e bevande zuccherate).
L’esposizione del fegato a grandi quantità di fruttosio porta ad una rapida stimolazione della lipogenesi e dell’accumulo di trigliceridi, i quali contribuiscono a ridurre la sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina causando resistenza insulinica (diabete di tipo 2), inducendo il pancreas a secernere più insulina.


E allora, come comportarsi? Fruttosio sì o fruttosio no?

Come sempre la risposta sta in una dieta equilibrata, dove gli eccessi di ogni tipo di ingrediente/alimento devono essere evitati, dal sale, allo zucchero, ai grassi.

Il fruttosio quando assunto in eccesso può ostacolare l’azione della leptina, l’ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello di ridurre l’appetito quando si è accumulato troppo grasso. Aumentando, infatti, i livelli di trigliceridi nel sangue, viene impedito alla leptina di arrivare al cervello, impedendo allo stesso di inviare il segnale di smettere di mangiare. Come risultato lo stimolo della fame non diminuisce e, di conseguenza, si ingrassa di più e si creano le condizioni per favorire l’obesità.

Nonostante il fruttosio innalzi la glicemia meno del saccarosio, l'uso di questo dolcificante non è consigliabile né a soggetti sani ma soprattutto a soggetti diabetici. Infatti, le persone diabetiche sono più predisposti alle iperdislipidemie (elevati valori di trigliceridi e altri lipidi) e l’utilizzo del fruttosio come dolcificante aumenterebbe notevolmente il problema (ricordo infatti che ai diabetici non è consigliato neanche un utilizzo eccessivo di frutta o l’utilizzo di frutti molto zuccherini).

Dopo aver messo in guardia gli amanti dello zucchero devo specificare che gli zuccheri non possono mancare nella nostra alimentazione e men che meno in quella dei bambini, perché rappresentano la fonte primaria di carburante indispensabile per il funzionamento dell’organismo, una energia che serve ai muscoli e soprattutto al cervello. E’ l’eccesso di zucchero a dare problemi in quanto l’abitudine ai sapori dolci ci porta ad alzare quella che viene definita la “SOGLIA DEL DOLCE” E a consumare un eccesso di zuccheri durante la giornata.

Lo sciroppo di glucosio (che non è estratto dalla frutta) è una delle principali cause dell’epidemia drammatica di obesità nel Nord America, e da qualche anno è comparso prepotentemente anche nei nostri supermercati. E’ presente sia in bevande ritenute innocue, come i succhi di frutta, che  negli alimenti confezionati, nelle bibite gassate, nelle merendine industriali, snack salati e dolciumi questo perché il suo utilizzo da parte dell’industria alimentare è meno costoso e avendo un potere dolcificante maggiore anche la quantità utilizzata è inferiore rispetto a quella dello zucchero tradizionale.

Adesso che siamo informati circa le conseguenze di un consumo eccessivo di fruttosio dovremmo prestare molta più attenzione a ciò che acquistiamo per noi e per i nostri figli, sarebbe ottimo evitare i prodotti industriali, preferendo un’alimentazione naturale, ma vista la difficoltà nella società di oggi la soluzione è analizzare bene ciò che compriamo/mangiamo leggendo bene le etichette e se tra gli ingredienti scopriamo la presenza di “sciroppo di glucosio-fruttosio” , potremmo scegliere se acquistare o meno quel prodotto in maniera più consapevole.

Cosa possiamo fare? semplici consigli da seguire…

  •  Il gusto dolce si acquisisce sin da piccoli dunque è opportuno educare i bambini alle buone abitudini alimentari sin da piccoli non dimenticando che lo zucchero ha un azione eccitante e rende i bambini iper-attivi. Evitare, ad esempio, di immergere la tettarella nel miele per tranquillizzare i neonati o di ricorrere ad alimenti dolci nel corso della giornata lontano dai pasti.  
  •  Evitare gli zuccheri raffinati e preferire invece quelli  provenienti da frutta e verdura, dagli amidi, dai cereali in quanto ricchi anche di enzimi, vitamine, fibre e minerali a differenza del primo che è prodotto industrialmente a seguito di una lavorazione che lo rende privo di vitamine.
  • Preparare, quando è possibile, un prodotto dolce in casa in modo da scegliere la quantità di zucchero senza eccedere.
  • Provare infusi di frutta senza caffeina e senza dolcificanti, ma zuccherarli eventualmente con malto, agave e miele biologico.
  • Non aggiungere lo zucchero al latte poiché se bevuto tiepido il latte ha di per sè una sua "dolcezza".
  • Se si ha voglia di qualcosa di “dolce” preferire (occasionalmente) i prodotti da forno che oltre agli zuccheri apportano anche carboidrati complessi come l’amido e altri nutrienti. Le Caramelle, e le barrette di cioccolata così come gli snack dolci sono costituiti prevalentemente da saccarosio e da grassi responsabili dell’aumento di peso.
  • Evitare il consumo eccessivo di alimenti confezionati ai quali vengono aggiunti, per migliorarne il gusto e la conservazione,  zuccheri semplici che essendo in eccesso contribuiscono al sovrappeso e obesità.
  • Non dimenticare che lo zucchero, oltre che nei dolci è presente in molti altri alimenti industriali: alimenti per l’infanzia, prosciutti, prodotti vegetali, pane, condimenti e in altri alimenti di vario genere.



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